giovedì 31 gennaio 2008

Che serata

Che serata ragazzi! A lavoro è stato un mortorio, al ristorante sono venute solo 3 persone! Queste sono serate da dimenticare, io le odio, la noia mi ammazza, mi piace lavorare. Una delle 3 persone era da solo, fa un pò tristezza mangiare da soli in casa, figuriamoci al ristorante! Ma la cosa più triste è che lui era proprio triste! Non mi prendete per pazza, ci sono dei clienti che vengono a mangiare da soli ma che scambiano 4 chiacchere, insomma sono contenti e socievoli, ma lui no. Non era la prima volta che veniva, e io che sono la veterana del ristorante lo so, ma ogni volta è sempre triste! Eppure il posto è carino e accogliente e non parliamo poi della cameriera!!!...Io se sono triste mi chiudo in casa e affogo i dispiaceri nella cioccolata! Il giorno dopo ho qualche brufolo in più ma in compenso sono molto più felice!!

Oziando

Aspettando di andare a lavoro sto oziando, ovvero occupo il mio tempo libero. Dovrei studiare ma non mi va e così ho pensato di andare su internet ed occupare il mio tempo. Così sto rinnovando il mio antivirus, controllo la posta con la consapevolezza che sia solo pubblicità, cerco una cosa su google che mi serve per la tesi, ah forse finalmente ad aprile mi laureo!!, e poi su google map mi faccio il giro del mondo in 5 minuti. Insomma tutte cose che l'unico movimento che prevedono è quello del mouse e delle mani...ops il mouse è caduto!!...
...bye bye...il giro del mondo mi aspetta!!

mercoledì 30 gennaio 2008

giornata storta


Ore 19:05 sono tornata da circa un'ora a casa e non vedo l' ora che questa giornata sia finita.
Questa è stata per dirla in modo educato una giornata storta, ma per chi è un pò più rude questa è stata una vera e propria giornata di M****!...Allora iniziamo:
Ore 8:30 Sveglia...
Ore 8:40...dopo 10 minuti di rotolamento nel letto mi alzo;

Ore 8:45...colazione...Caffè...solo e sconsolato caffè; ed io soprattutto al mattino se non ho il mio latte e caffè non carburo...papà si era dimenticato di comprare il latte...primi sintomi dell'Alzheimer;
Ore 10:00 in punto sono al lavoro, giornata di pulizie, al museo doveva venire una persona importante e insieme arriva anche lo stipendio...nota positiva;
Ore 12:30 decido di passare la cera, prendo tutto l'occorrente, e mentre sono lì con straccio, cera e scopettone in mano, una sorta di pannello di legno appoggiato mi piomba sulla testa...riflessi pronti e il pannello continua ad essere appoggiato, ma non sulla mia testa!
Ore 13:40 masticando una gomma mi si spacca un dente!!!...dentista dove sei?

Ore 14:30 Lezione in palestra...tutto tranquillo...mentre sono nello spogliatoio la mia agenda cade e tutti i fogli dentro si spandono come quando si rompe un bicchiere di vetro e i miliardi di pezzi vanno ovunque...tutto tranquillo appunto;
Ore 15:30 fine lezione...ho riacquistato il sorriso!
Ore 16:30 mentre mi accingo a fare un' esercizio sento uno "strappo"...il colpo della Strega!
Ore17:00 Esco dalla palestra e mentre saluto il mio istruttore metto male un piede e con lui il mio ginocchio!...Chiamate l'esorcista!

...Da quel punto la mia giornata di M**** sembra finita!...ma il giorno non è ancora finito. E' strano come in queste giornate il tempo sembra scorrere più lento del solito e sembra che sulla testa ci sia chissà quale maledizione, ma una consolazione c'è mi sono accorta che non sono la sola, in palestra ad una ragazza cadono le chiavi e sospira, sorella forse anche la tua è una giornata storta!

...Ma vi siete accorti che le giornate si sono allungate, non nel senso che durano di più ma che fa buio più tardi?!

martedì 29 gennaio 2008

Cicatrici

E’ questa oggi la parola del Tao. Parola dal significato profondo e universale forse perché tutti noi abbiamo delle cicatrici che portiamo nel sacco della nostra vita, ma soprattutto tutti noi abbiamo ferite che non sempre siamo riusciti a rimarginare, e che ogni tanto sanguinano un po’ e fanno male. Alcune ferite ci vengono inferte dalla guerra, dalla violenza, dall’ abuso. Altre dalla cattiva educazione. Alcune da un’umiliazione o da un fallimento e alcune da grandi e piccole disavventure. E se non riusciamo a rimarginarle le cicatrici finiranno per sfigurarci. Un modo c’è per farcela, coltivare noi stessi, il nostro essere. Ripartire da quelle ferite per migliorare, per trovare la forza in noi stessi, mi piacerebbe dire che c’è un manuale dove trovare tutte le risposte alle nostre domande, dove trovare i metodi per fare di quelle ferite non cicatrici ma segni particolari, ma purtroppo non c’è. Una cosa posso dirvi, che il guardarsi dentro può farvi scoprire un mondo che non credevate di avere, una forza e un amore per voi stessi che non potevate immaginare. Possiamo partire da quelle cicatrici guardarle e farle diventare i nostri segni particolari, quelli ci rendono speciali e unici. Possiamo intraprendere il nostro viaggio personale e raggiungere una meta che non pensavamo di raggiungere, una meta dove lo splendore e la meraviglia siamo noi e dove le vecchie cicatrici ora sono solo i nostri migliori segni particolari.
Per Riff...Bravo! ma non solo, serve anche ad allisciare i capelli nè lisci nè ricci, ovvero i miei che sono l'unica cosa al mondo a non risentire della forza di gravità!

lunedì 28 gennaio 2008

Età giusta


ore 22 11, dovrei farmi la piastra ai capelli ma non mi va...

oggi dopo un'ora in palestra in cui sono morta, merenda con le mie amiche, ovvero per me cioccolata al cocco e strudel con la marmellata...o per lo meglio dire con l'odore di marmellata, insomma ho vanificato in 5 minuti un'ora di palestra! Così tra risate e scherzi è uscito fuori un problemma serio. Una delle mia amiche ha una figlia, di 5 anni e mezzo, e il dubbio amletico della mia amica era se lasciare la figlia ancora un anno all'asilo oppure mandarla in prima elementare. La maestra le ha detto che Benedetta,la figlia, è pronta ad affrontare la scuola ma che sarebbe meglio lasciarla ancora per un anno all'asilo. E così si è aperto il dibattito, io e un' altra mia amica siamo favorevoli al fatto che betta vada a scuola l'anno prossimo mentre un'altra mia amica dice che sarebbe meglio di no, soprattutto perchè con bambini più grandi sarebbe difficile ambientarsi. Secondo me non c'è un'età giusta per andare a scuola, dipende da noi, se siamo pronti a fare un passo oppure no, nel caso di una bimba così piccola il discorso è un pò più complicato. A betta piace l'idea di andare a scuola ma alla mamma abbiamo consigliato di dare ascolto alla maestra, infondo lei la conosce meglio di noi, almeno nell'ambiente scolastico. Dopo minuti di scambio pacifico di opinioni siamo arrivatoi ad una conclusione, che bisogna decidere avendo come primo interesse l'interesse di Betta. E la mamma farà certamente la scelta migliore.

...Mi devo andare a fare la piastra!!!!

domenica 27 gennaio 2008

Vita


Ho appena letto il blog di Riff, l'ultimo post. E la penso come lui quando dice che la vita a volte si diverte a prendersi gioco di noi. Mia madre è morta quando avevo 12 anni, un cancro, l'ho vista spegnersi piano piano, con lei che faceva finta di non saperlo per non dare altro dolore a chi le stava intorno e che già ne aveva tanto. E così pensavo che quel dolore non sarebbe mai passato, non sarebbe mai diminuito, mi avrebbe distrutto, mi avrebbe impedito di crescere e invece mi sbagliavo. Dopo 11 anni, quando ripenso a quei brutti 6 mesi mi piace ricordare i bei momenti trascorsi con lei, le risate e i racconti che le facevo per cercare di tenerla legata a me il più a lungo possibile, mi piace ricordarla quando la mattina mano nella mano mi accompagnava a prendere il pulmino, quando mi rincorreva intorno al tavolo se la facevo arrabbiare, quando prima di impastare la farina per fare la pasta all'uovo, si toglieva la fede e la metteva sul frigo. Una cosa ho ripreso da lei, le mani, sono come le sue, e ogni volta che le guardo è come sentirla vicino a me. Dopo 11 anni quando mi guardo allo specchio mi chiedo che cosa serei diventata se lei ci fosse ancora, se sarei diventata così come sono lo stesso, se lei sarebbe fiera di me. La cosa divertente è che chi mi conosce non si aspetta una storia così, sono sempre allegra, rido sempre, il bicchiere mi piace vederlo sempre mezzo pieno anzichè rotto, sono ironica e molto autoironica. E così quando mi guardo allo specchio penso che anche lei è fiera di me come lo sono io. La vita si diverte con noi, ma noi possiamo divertirci con lei, possiamo trovare la nostra forza e noi stessi, possiamo guardarla negli occhi e dirgli:" Eccomi sono pronta a giocare, la prima mossa è mia!"

"La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla"

Gabriel Garcia Marquez

sabato 26 gennaio 2008

tempo libero

Oggi giornata di relax, ho lavorato questa mattina e questa sera solo libera, niente programmi. Ho del tempo libero! e allora tra il sistemare un pò il blog, controllare le mail, e fare delle ricerche per un concorso che sto preparando, mi è venuto in mente che il tempo libero non è poi così libero come pensiamo. Ognuno lo interpreta a modo suo, c'è chi dorme, chi sta buttato sul divano a guardare la tv, chi si sta preparando per uscire, insomma si fa sempre qualcosa. Così libero non è, visto che lo impegnamo sempre con qualcosa, ma forse lo è, se lo impegnamo con qualcosa che ci piace fare piuttosto che con qualcosa che dobbiamo fare. In una società dove siamo tutti di corsa trovare un pò di tempo per fare quello che ci piace è come trovare un ago in un pagliaio, ma se ci trastulliamo un pò più del normale per fare ciò che piace e veniamo richiamati, possiamo trincerarci dicendo che il tempo è un concetto relativo e che quindi per te sono in ritardo di 1 ora ma in realtà sono solo 5 minuti.

giovedì 24 gennaio 2008

Politically correct

Ore 20:00
Mi sintonizzo sul telegiornale e la prima notizia che viene trasmessa è la fiducia del Senato al governo, fanno il resoconto della giornata e si viene a sapere che dopo la dichiarata uscita dell’ UDEUR, un senatore dello stesso partito, tale Cusumano, per rispetto al popolo italiano decide di dare la fiducia al Governo. E così iniziano insulti, parolacce e alla fine gli sputi… e quando la conduttrice del telegiornale chiede al Direttore di Libero che cosa ne pensa lui con molta calma afferma:” Ma ormai ci siamo abituati!”. Rimango sbigottita!!! E’ normale tra persone civili e in un paese democratico sputare in faccia a chi la pensa diversamente da noi? E ora mi viene da pensare ma fino a pochi giorni fa non erano gli stessi che si scagliavano contro gli studenti che non hanno permesso il discorso del Papa all’università accusandoli di intolleranza, di impedire la libertà di parola?... E così mi viene da pensare che questa è un’altra cosa da mettere nel grande libro dell’Italia insieme alla monezza, alla mafia, alla corruzione.
Ore 20:50
I telegiornali danno la notizia del voto del Senato, il governo Prodi cade, e così qualche rappresentante tira fuori le bottiglie e Marini richiama l’ordine per affermare che non si è all’osteria. Altro segno di civiltà…. E così ora gli italiani aspettano il loro destino, elezioni anticipate o governo istituzionale ? Le elezioni sono auspicate da alcuni ma altri dichiarano che le elezioni con il nostro attuale sistema elettorale riporterebbero ad un Governo debole. Il governo istituzionale come potrà reggersi se ci sputa tra rappresentanti dello stesso partito! E secondo voi chi ci rimette? Ma noi! Noi che non arriviamo a fine mese, che continuiamo a sopravvivere tra ici, telefono, rincari della corrente elettrica e gas e mutui esorbitanti con tassi che lievitano ogni giorno di più. E così mentre si delinea sempre di più la Casta, anche quelli che non ci credevano, ora cominciano a pensare che forse per far risorgere il Bel Paese bisognerebbe invocare la Rivoluzione! Mandare a casa tutti senza distinzione di colore o di partito e cercare di rifondare la Costituzione su punti fondamentali, che chi governa non dovrebbe guardare ai propri interessi ma a quelli della comunità, che la legge è uguale per tutti e ricordarsi che se sono al potere è per merito e colpa nostra. Credo che ora la cosa che ci aspettiamo è un miglioramento ed è quello che ci aspettiamo ogni volta, che le cose migliorino, che il Bel paese torni ad essere forte e cha la Giustizia sia uguale per tutti.

La palestra





Io la chiamo la mia scatola delle sorprese, forse perché ogni giorno che ci vado oltre alle solite facce ci posso trovare di tutto di più. E le facce e le cose che ci puoi trovare variano a seconda dei giorni e a seconda degli orari. Io gli orari li ho provati tutti dalla mattina all’ ora di pranzo, dal pomeriggio alla sera, dal lunedì al venerdì. Secondo il mio istruttore la giusta frequenza dovrebbe essere un giorno sì e uno no, così in quel giorno in cui non vai in palestra i muscoli cercano di riprendersi dal tour de force del giorno prima. Ormai ci vado da circa tre mesi e diciamo che cominciano a delinearsi i miei muscoletti, evviva!!! Allora non fatico invano! Io prima della palestra non avevo mai fatto sport e nonostante tutto sono arrivata indenne a 23 anni, mai una distorsione, mai una rottura, ma poi con il fatto di passare tanto tempo davanti al computer la mia povera schiena ha cominciato a scricchiolare e ho dovuto correre ai ripari. Così finalmente mi sono decisa, sono andata e mi sono iscritta. Il primo giorno è stato divertente, ambiente nuovo, gente nuova, nuove cose da fare ma il giorno dopo!!!...ero uno straccio, non riuscivo neanche a piegare le braccia, insomma una donna da rottamare. Ma poi il fisico si è abituato e ora andare in palestra è la mia valvola di sfogo e intanto penso al mio nuovo “fisicaccio” che sfoggerò questa estate. Potremmo dire orari diversi gente diversa, e già perché se ci vai la mattina ci puoi trovare qualche signora di una certa età e qualche giovane che magari, prima di andare a faticare sui libri, fatica sul tapirulan. All’ora di pranzo invece c’è l’assalto degli impiegati, coloro i quali durante la pausa pranzo anziché farsi la pennichella, aprono la portiera dell’auto, prendono il borsone e smessi i vari completi eleganti, cravatta e scarpe laccate, inforcano tutona e scarpe da ginnastica per sollevare decine e decine di chili, per poi una volta finita la pausa, rimettere i panni lavorativi e tornare seduti alla loro scrivania. Alle 5 invece,mentre nelle strade le auto compaiono come le lumache quando piove,la palestra non è da meno, orde di giovani e meno giovani, uomini e donne di ogni età, affollano ogni sorta di attrezzo e così si creano anche le file. C’è chi argina il problema alternandosi, così si risparmia tempo e chi invece come me lascia che il tempo scorri con molta calma. Ma la cosa divertente è che per quella ora e poco più tutti i presenti sembrano essere abitanti della stessa barca, ci si comprende, ci si consiglia sul come fare un esercizio, sull’efficacia o meno dell’esercizio, sul come faremo ad arginare i dolori il giorno dopo. E così una volta finita torniamo nello spogliatoio, ci facciamo la doccia, ci rivestiamo e guardandoci allo specchio vediamo che i nostri muscoli che erano partiti per farsi un viaggio verso mete ignote, sono tornati e sembrano stare molto bene. E non possiamo fare a meno di pensare:” quest’estate sarò perfetta!”….cacchio che dolore alle gambe!!!

martedì 22 gennaio 2008

Segnali

Non mi riferisco a quelli stradali ma a quei segnali che fanno parte di quel gioco che chiamiamo seduzione, e che in questi ultimi tempi sono diventati sempre più indecifrabili o quasi. E così tra un manuale sul come costruire un mobile Ikea, uno su come togliere macchie impossibili su capi impossibili, uno su come difenderci dagli stronzi sul luogo di lavoro o a casa o in qualsiasi altro luogo, non posso fare a meno di chiedermi:”ma come è possibile che non ci sia un manuale per riconoscere i segnali della seduzione?”. Una delle possibili risposte potrebbe essere che la seduzione non segue regole generali, che ognuno di noi la scopre e la interpreta a modo suo, grazie all’esperienza, al sesto senso o alla volontà di dare a quello sguardo quella precisa spiegazione. E così facciamo partire il nostro personale viaggio mentale, ci immaginiamo situazioni, luoghi,possibili trucchetti per attaccare bottone, possibili discorsi dove gli unici protagonisti siamo noi ci prendiamo per mano e ci giuriamo amore eterno. Poi le luci si accendono e la gente esce fuori dalla sala. Ci capita con il ragazzo che ogni mattina incontriamo sul nostro stesso treno o autobus, con il barista che ci prepara il solito, con il ragazzo che incontriamo in palestra. Diventano gli attori dei nostri film e se un giorno non li vediamo ci domandiamo dove sono, magari ha preso la macchina anziché l’autobus, magari lo hanno licenziato oppure lavora in un altro bar, forse ha cambiato palestra; ci domandiamo che cosa facciano e dove abitino oltre che nella nostra mente. Lo sguardo, è questo il segnale primordiale, quello persistente e fugace allo stesso tempo, quello che ci emoziona, quello capace di cancellare il contorno e far risaltare solo noi, quello che ci catapulta in un sogno. Poi si passa al sorriso e se lui ricambia ora sono già pronta a fare le valigie per il prossimo viaggio. Si dice che noi donne lo capiamo se piacciamo a qualcuno e se quel qualcuno ci desidera ,merito del nostro famoso sesto senso? Boh chi può dirlo con certezza, c’è un solo modo per scoprirlo, prendere il nostro coraggio e un pizzico di follia, avvicinarsi al nostro ipotetico principe azzurro e con molta calma, senza balbettare, dire:” Ti va un caffè?”. E chissà magari, questa volta, quando le luci si accendono, dalla sala usciamo anche noi per andare a casa a preparare delle valigie reali, con il nostro principe azzurro reale per un viaggio reale.

venerdì 18 gennaio 2008

In-Tolleranza

Da più di due giorni uno degli argomenti di maggior interesse è stato il mancato discorso del Papa alla Sapienza. Secondo la Santa sede impedito dagli studenti dell’Università. E così sui giornali, in televisione si è aperto il dibattito. Da una parte gli studenti, alcuni professori alcuni politici e molti altri che rivendicando la laicità dell’ Università non ritenevano giusto che il discorso di apertura dell’anno accademico dovesse essere pronunciato da una figura come il Pontefice. Dall’ altra il Pontefice con annessi e connessi, la maggioranza dei politici, studenti e molti altri che invece hanno vista impedita la libertà d’ espressione del Papa …. E poi una sera è arrivato Bruno Vespa, il suo bel salottino di poltrone bianche e di ospiti, giornalisti, professori,politici, esponenti del mondo clericale…. E poi è arrivato Pannella che con numeri e dati alla mano citava di come le parole del Papa entrano nelle case degli italiani ogni giorno ad ogni ora dell’ anno senza nessun filtro. E così mi è venuto da pensare ma forse in Italia il Papa è l’unico che non si dovrebbe proprio lamentare!....E poi è arrivato il fatidico giorno del discorso, la Sapienza a porte chiuse, molte forze armate in tenuta antisommossa, e un centinaio o poco più di studenti con le mani alzate. Non so dirvi chi ha ragione ma so chi ha sbagliato, entrambi. Da una parte gli studenti troppi intolleranti, incapaci di dimostrare la loro maturità, incapaci di rispettare le parole e le opinioni dell’ altro, incapaci di ascoltare e di rispondere in modo pacifico. Il Papa sarebbe andato alla Sapienza, avrebbe pronunciato il suo discorso, e gli studenti avrebbero potuto scegliere se andare o meno, se ascoltare o meno le sue parole. Dall’ altra il Papa, anch’esso intollerante,ad una società che continua ad andare avanti, a dei giovani che esprimo le loro opinioni, anch’esso incapace di ascoltare la voce degli studenti, incapace di accettare la libertà di parola altrui, incapace di avere uno scambio con i giovani,con il futuro. Ma una cosa ha vinto su tutte, sulle polemiche, sulle parole, l’intolleranza.

Rapporti


Ieri giornata nella capitale, avevo l’ esame d’ inglese, così come faccio sempre arrivata alla stazione prendo uno di quei giornali gratuiti, in specifico City. Così tra la lettura dell’oroscopo, il caso Mastella & Co.,i poveri italiani sempre più poveri, il rapporto tra Papà e Università, il test prevedi-calvizie, mi imbatto in un titolo.
“Single italiani,i più focosi. Ma soffrono molto per amore”…Secondo questo articolo rispetto ai nostri vicini europei, lo scapolone,pardon! Single italiano, cerca di avviare una storia 3,5 volte di più della media europea. Lo fanno perché,scrive l’articolo,soffrono molto per la mancanza d’ amore. Per 7 donne su 10 invece, sempre secondo l’articolo, la mancanza di un partner non è un problema. Tutto perché noi donne prima di fare una scelta siamo molto ponderate, se noi lasciamo nostro marito lo facciamo senza poi ripensarci, se abbiamo un’ amante è perché all’80% non amiamo più il nostro uomo o marito, se mangiamo una fetta in più di dolce poi a cena non mangiamo. Ma soprattutto sappiamo che uomo vogliamo, Ricco,Alto e Bello! E questo se non ce lo diceva l’articolo non lo avremmo mai saputo! E’ come chiederci se preferiamo Raul Bova o Mr. Bean?! E così mentre siamo sommersi da libri che ci spiegano che uomini e donne vengono da due pianeti diversi, libri che ci indicano 101 modi per trovare il principe azzurro, le affinità amorose tra i diversi segni zodiacali, non posso fare a meno di chiedermi:” E se uomini e donne non fossero poi così diversi come pensiamo?”. Se chiedete ad un uomo di scegliere tra la Arcuri e Rosa Russo Iervolino in cuor vostro già sapete la risposta, e non è la seconda citata. Forse dovremmo imparare a comunicare di più, non lasciare ai gesti il compito di spiegare i nostri sentimenti, a meno che il gesto non sia un bel diamante, non lasciare al silenzio il compito di sistemare situazioni in sospeso e non lasciare al tempo il compito di sistemare le cose. Forse con un po’ di comunicazione potremmo accorgerci che non siamo poi così diversi.

martedì 15 gennaio 2008

TAO 2


E già, ieri la parola del giorno era Tempo, ma non quello metereologico bensì il passato, il presente e il futuro. Non quello che vedete con i tarocchi o nei fondi del caffè ma quello che tutti noi cerchiamo di sfruttare al massimo. Ma il concetto del Tao spiegava come qualcuno di noi con le tre grandi scansioni del tempo si perda un pò. C'è chi vuole cancellare il passato perchè non troppo felice, chi si scatena nel presente pensando già al futuro, ma la cosa importante secondo il Tao è mantenere sempre l'equilibrio tra i tre tempi. Ovvero non farci condizionare troppo dal passato, vivere il presente attimo per attimo con un pò di attenzione al futuro. Vivere in sostanza il proprio tempo, quello che ci rende felice e consapevoli di noi stessi e di quello che siamo. Forse riusciremo ad essere più felici di noi stessi e dei nostri percorsi, cercare di seguire il nostro di tempo, e non quello che ci viene imposto, potrà solo renderci più forti. Potremmo ogni giorno del presente guardare ai giorni del passato, e non commettendo gli stessi errori, guardare al futuro con più tranquillità e con un sorriso, perchè in fondo quello che saremo, in piccola parte, lo siamo già.

venerdì 11 gennaio 2008

ottimismo

"L'ottimismo è il profumo della vita!", così diceva in una nota pubblicità Tonino Guerra.
Oggi thè con le amiche, che per me è diventato cioccolata calda al cocco e un mega cornetto con la marmellata, e così tra una chiacchera e l' altra siamo arrivati all'ottimismo. Quella cosa meravigliosa che ci permette di sognare e di fare progetti. Infatti nonostante un misero o grande destino, la cosa che ci "salva" da tutto quello che ci circonda è l'ottimismo, quella cosa o sensazione che ci fa pensare e dire che domani andrà meglio, che la ruota girerà, lo dice anche Vasco Rossi:" Dopo tutto domani sarà migliore!". Alcune volte però in situazioni complicate ci sembra che la ruota si sia proprio inceppata su di noi, è proprio in queste situazioni che dovremmo ricordarci di noi stessi, di quello che siamo, di quanto valiamo e come Rossella Hoara in "Via col vento", alzare la testa e dire a voce alta:"Dopo tutto domani è un' altro giorno"
"L'essenza dell'ottimismo non è soltanto guardare al di là della situazione presente, ma è una forza vitale, la forza di sperare quando gli altri si rassegnano, la forza di tenere alta la testa quando sembra che tutto fallisca, la forza di sopportare gli insuccessi, una forza che non lascia mai il futuro agli avversari, il futuro lo rivendica a sé". (D. Bonhoeffer)

martedì 8 gennaio 2008

Tao


Sono a lavoro e questa mattina aprendo il cassetto della scrivania ho visto un libro …”TAO, il Tao per un anno”. Ora io di queste cose non so esattamente niente, e da quel poco che ho letto, sembra essere una sorta di filosofia di vita made in china.
Ad ogni giorno dell’ anno corrisponde una parola, e la parola del giorno è PAZIENZA. Io sono piena di pazienza! Ma attenzione non è riferita a quella che abbiamo quando il nostro fidanzato non ci ascolta o quando l’ automobilista dietro di noi vorrebbe salire sopra la nostra piccola 500 con il suo suv, perché non scattiamo appena il semaforo diventa verde. Parliamo di pazienza a livello più alto, ovvero pazienza nell’ accettare un grande o misero destino, restando fedele alla nostra “natura interiore” ovvero, in parole povere,a noi stessi. Per spiegare questo concetto l’autore del libro, Deng Ming-Dao, usa una metafora, gli alberi. Essi d’inverno perdono le foglie, qualcuno si spezza, sopportano pioggia, neve, vento, grandine e chi più ne ha più ne metta, e resistono e al loro interno la trasformazione continua. Dovremmo fare lo stesso noi, ovvero esserci fedeli, andare avanti per la nostra strada nonostante tutto, anche se la giornata non è proprio soleggiata e ci cade un po’ di pioggia sulla testa, nonostante l’automobilista con il suv. Essere noi stessi con le nostre paure e dubbi ma anche con le nostre convinzioni e certezze. Ma per me in parte siamo artefici del nostro destino e possiamo scegliere che cosa è meglio per noi, e se poi piove forte possiamo sempre aprire un ombrello o trovare un riparo sotto qualche balcone.

domenica 6 gennaio 2008

La befana


"L'Epifania,che tutte le feste si porta via", e sì oggi ultima giornata di festa, c'è chi la passa in casa, colpa o merito del mal tempo, chi sta in macchina, immerso nel traffico per tornare a casa o per raggiungere qualche amico da qualche parte o chi magari sta seduto sul divano a spulciare ciò che gli rimane della calza. Perchè non solo i bambini hanno ricevuto la calza, ma anche qualche adulto merito della fidanzata/o o marito/moglie. Ma cosa abbiamo trovato nella calza? I soliti dolci e il carbone, per farci capire che siamo stati buoni, ma che possiamo fare di meglio. Quando ero piccola nella mia di calza, mia mamma metteva anche un mandarino e il mio di carbone era vero, non era quello dolce. E poi un giorno la vera sorpresa, la befana era mia mamma, il pomeriggio prima avevo trovato una bustina di carta piena di dolci e caramelle! Che brutti 5 minuti! Ma il giorno dopo aperta la mia calza lo avevo già dimenticato, ero troppo intenta a mangiare le mie caramelle. Avevo una calza bianca, con tutte stelline colorate, stampate sopra, era la stessa per ogni anno, chissà dove è finita?! Ma quando è il termine ultimo per ricevere o regalare la calza della Befana? C'è un tempo in cui si decide di aprire un cassetto e riporre la nostra calza? Un tempo nel quale scegliamo definitivamente di crescere e abbandonare le bambinesche abitudini? Mi auguro che ci sia sempre un tempo per guardare gli altri e noi stessi con più clemenza e sincerità, come fanno i bambini. Mi auguro ci sia un tempo dove non dovremmo essere giudicati, un tempo dove saremo liberi di scegliere cosa essere senza creare problemi a nessuno, mi auguro un tempo dove ci sia un pizzico di sana follia.
Mi auguro di ritrovare la mia vecchia calza, appenderla al camino, e la mattina trovarci dentro un mandarino e un pò di carbone, ma quello dolce, e ricordarmi che posso fare di meglio.
Buona Befana!!!!

sabato 5 gennaio 2008

Si ricomincia…

Le vacanze sono finite, almeno per me, ieri ho ricominciato a lavorare al ristorante. Ma non mi è pesato per niente, anzi sono stata contenta, è stato come tornare in famiglia, la solita routine,le solite battute, i soliti scherzi e le risate di sempre. Il bello del lavoro è forse questo? Stare in un ambiente che ci faccia star bene,con persone con le quali ci piace lavorare? Forse si, è come riprendere un discorso che avevamo interrotto e che ci appassiona. Ma quando si ricomincia ci si aspetta sempre qualcosa di nuovo, nuove storie da raccontare e da ascoltare, nuovi volti da conoscere, nuovi sguardi da interpretare, che i vecchi rapporti che magari si sono incrinati rinascano dalle ceneri come fanno le arabe fenici, che ci siano nuove persone a farci ridere ma anche a farci arrabbiare, ci si aspetta di trovare gli amici di sempre, quelli che capisci con un solo sguardo. E allora non importa per quanto tempo non vi siete visti o parlati,conta solo il momento, quello nel quale siamo di nuovo pronti a sorbirci le loro paranoie e le loro storie, pronti a essere amici prima che colleghi. Pronti a coprirli se devono fare qualcosa e ad appoggiarli o difenderli se serve, senza chiedere nulla in cambio. Ma mai farli parassitare, renderli indipendenti, questo è il segreto;rimetterli in riga se serve, perché il lavoro è lavoro e io non posso certo fare sia il mio che il tuo a meno che il tuo compenso non diventi il mio. Forse oggi mi tocca di nuovo ma prima palestra, devo sapere novità del mio istruttore.
Buon inizio!!!...a qualsiasi cosa si riferisca!

venerdì 4 gennaio 2008

Principe azzurro




E' dagli ’60 che noi donnine cerchiamo di essere equiparate all’ altro sesso sia dal punto di vista economico che sociale e politico. Vorremmo avere le stesse possibilità lavorative degli uomini, raggiungere alti incarichi nel lavoro, avere una condizione economica accettabile e perché no avere un uomo che faccia lui la calzetta al posto nostro. Ma dopo anni di lotta, su un punto vorremmo non essere poi così uguali agli uomini, il romanticismo. E già perché anche le donne più affermate e famose infondo hanno un cuore che batte e allora non posso fare a meno di chiedermi: “ Ma perché quando incontriamo un uomo vogliamo, o per lo meno speriamo, che sia lui a fare la prima mossa?”. Piccola parentesi, ieri sono andata in palestra e il mio istruttore single, che ha quasi 47 anni ma ne dimostra circa 15 in meno, aveva una strana luce nei occhi e così, visto che la curiosità è donna, gli ho domandato come era andato il capodanno, ed è diventato rosso. Beh è stato rimorchiato in un locale, così gli ho chiesto se si sentivano e lui con molta calma mi ha risposto:” Mi chiama lei domani!, mi deve pagare una cena mi ha dato 27 anni!”, per un nano secondo sono rimasta imbambolata e gli ho chiesto il perché non la chiamava lui e lui mi guarda e mi dice:” Ma come, voi non volevate la parità dei sessi?”. E qui casca l’asino, l’abbiamo voluta noi la parità, appunto, ma c’è una piccola eccezione, il romanticismo. Siamo o no cresciute con Cenerentola che trova il Principe azzurro, non quello di Sherk , grazie ad una scarpetta, Biancaneve grazie ad una mela avvelenata e La bella addormentata solo dormendo e Paolo e Francesca grazie a un libro?. Chi di noi non vorrebbe un uomo che ci apri la portiera della macchina, chi non vorrebbe un uomo che si ricordi le date più importanti della nostra storia, che ci ami più di quanto ami mammà , che sia romantico, affidabile, sincero, che ci tratti sempre come il primo giorno, insomma chi non vorrebbe un Principe azzurro. Ma in fondo abbiamo voluto o no la parità? E quindi in sorte ci è toccato nei casi peggiori l’uomo bradipo, che non si muove dalla sua poltrona neanche se gli dici che sotto di lui c’è una bomba atomica , o ancor peggio l’eterno figlio per cui qualsiasi cosa tu faccia c’è sempre chi la farà meglio di te, mammà, lo stacanovista che passa più ore davanti al computer che a casa. Ma una soluzione c’è, per un po’ cerchiamo di essere meno forti e brave di loro e soprattutto meno intelligenti, e forse così riusciremo ad avere anche se per poco il nostro Principe azzurro.

giovedì 3 gennaio 2008

Anno nuovo …


“Anno nuovo vita nuova”, così recita un detto e così dopo il veglione siamo pronti per affrontare questo nuovo anno. Abbiamo fatto il brindisi ed espresso i nostri desideri, ascoltato e letto l’oroscopo per vedere che cosa ci riserva il 2008…
E la prima cosa che ci riserva il 2008 sono i saldi. Quel periodo magnifico che noi donnine aspettiamo con ansia. Dopo gli innumerevoli regali per gli altri, che hanno reso il nostro portafogli un deserto, dove ci sono solo i nostri documenti a farsi e a farci compagnia, finalmente è arrivato il nostro turno. Finalmente quel maglioncino carinissimo, che costava come un attico in via Condotti, potrà essere nostro! Ma i saldi partono a scaglioni, ogni regione ha il suo giorno e noi donnine siamo già in fila. I saldi sono appuntamenti a cui non possiamo proprio mancare, rappresentano la nostra rivalsa, la nostra possibilità di rifarci il guardaroba senza spendere cifre eccessive! Anche la televisione trasmette servizi, interviste, consigli per non farsi solare dai saldi. E così vengono elencati tutti gli accorgimenti da avere prima di acquistare quel maglioncino tanto sognato; primo fra tutti anche i capi acquistati in saldo si possono cambiare, poi sul cartellino ci deve essere il prezzo sia intero che scontato e la percentuale di sconto. Ma quando si è lì, con gli occhi che ci brillano, davanti al maglione dei nostri sogni, che può, solo indossandolo, farci diventare in un baleno Claudia Schiffer, ma che cosa è quell’insignificante pezzetto di carta appeso ad una manica?! Come si può mettere un prezzo ai sogni?! Torniamo a casa, con un sorriso che non si vedeva dai tempi delle visite dal dentista, corriamo in camera, buttiamo sul letto la busta, la scaravoltiamo, ed eccolo!Finalmente sei mio! Lo indossiamo, con la cura e l’attenzione che abbiamo quando puliamo tutto il set di bicchieri da 24 che ci ha regalato la suocera, e corriamo dalla nostra dolce metà, che, affondata nella sua poltrona guarda la tv!... “Beh,non noti niente di diverso?”e lui con molta calma, per un nano secondo ci guarda e sussurra:”Dovrei?”… Contiamo fino a cento, dieci è troppo poco per placare la rabbia, con quel briciolo di speranza che ci rimane gli ripetiamo la domanda ed eccolo, risorge dal suo letargo, il suo sguardo non è più quello di un pesce lesso, la pupilla reagisce, vediamo una piccola luce nei suoi occhi semi chiusi … Silenzio…Trepidiamo, il cuore batte all’impazzata, finalmente si è accorto del nuovo acquisto, io lo dicevo che questo maglione è magico!...” Tesoro, stai impallando la tv! Non è che ti potresti spostare leggermente a sinistra?”… rimaniamo impassibili, se non fosse per l’istinto omicida che ci pervade, ma poi lui ha un altro moto di vitalità e siccome la speranza è sempre l’ultima a morire…”Tesoro,…cosa hai preparato per pranzo?”…
…Vedere il nostro uomo trasformato in un vero gentlemen non ha prezzo, per tutto il resto c’è V***!
Buono Shopping!!!!