Così recita il primo articolo della Costituzione Italiana, e in questi giorni di lavoro se ne parla molto e si parla soprattutto delle MORTI BIANCHE.
Circa una settimana fa a Torino, un incendio in una acciaieria, uccideva una persona e ne feriva in maniera grave altre tre , che si sono poi spente nei giorni seguenti.
Ieri la Stessa Torino piangeva e ricordava i suoi morti, i nostri morti, la piazza taceva per due minuti, ma al suo risveglio c’erano solo urla che chiedevano GIUSTIZIA, e sopra a tutte una voce.
“Chi me lo ridà mio figlio?”. Questo recitava la voce rotta dal dolore del padre di una delle vittime, nelle sue mani un giornale, aperto alla pagina con le foto delle famiglie distrutte dall’ incendio.
Abbiamo pensato fosse un Incidente, che può accadere in un luogo a rischio come un acciaieria ma poi con il passare dei giorni si scopre, attraverso interviste e inchieste, che gli estintori erano scarichi, che non c’era acqua che passasse nelle manichette, che il telefono per chiedere aiuto non funzionava, e la porta da dove dovevano arrivare aiuti non si apriva.
E allora cominciamo a pensare che si poteva evitare, che servono controlli più serrati e severi nelle industrie, che della ricarica degli estintori non si devono occupare gli operai ma degli specialisti, che il passaggio dell’ acqua nelle manichette andrebbe controllato.
E se i giornalisti domandano il perché di questa carenza di manutenzione degli impianti, la risposta è sconcertante,:” La ditta stava per chiudere” e quindi non conviene spendere soldi per mantenere in buono stato gli impianti di uno stabilimento che chiuderà tra poco tempo.
Ma quanto vale la vita di un uomo? Quanto vale la vita di un operaio che lavora anche 15 ore al giorno per produrre? Quanto vale la vita di un dipendente che cerca di spegnere un incendio per salvare la ditta e il suo di posto di lavoro?
Tra due giorni non se parlerà più, passeranno nel dimenticatoio, ci sarà altra cronaca di cui occuparsi, il Natale si avvicina bisogna cominciare a occuparsi dei regali. Ma per un attimo pensiamo a un regalo di Natale per quelle famiglie distrutte dall’ incendio a Torino, ma anche per tutti i cui cari sono morti per adempiere al loro lavoro.
Forse il primo regalo sarebbe dare il giusto nome alle cose, STRAGE SUL LAVORO.
Circa una settimana fa a Torino, un incendio in una acciaieria, uccideva una persona e ne feriva in maniera grave altre tre , che si sono poi spente nei giorni seguenti.
Ieri la Stessa Torino piangeva e ricordava i suoi morti, i nostri morti, la piazza taceva per due minuti, ma al suo risveglio c’erano solo urla che chiedevano GIUSTIZIA, e sopra a tutte una voce.
“Chi me lo ridà mio figlio?”. Questo recitava la voce rotta dal dolore del padre di una delle vittime, nelle sue mani un giornale, aperto alla pagina con le foto delle famiglie distrutte dall’ incendio.
Abbiamo pensato fosse un Incidente, che può accadere in un luogo a rischio come un acciaieria ma poi con il passare dei giorni si scopre, attraverso interviste e inchieste, che gli estintori erano scarichi, che non c’era acqua che passasse nelle manichette, che il telefono per chiedere aiuto non funzionava, e la porta da dove dovevano arrivare aiuti non si apriva.
E allora cominciamo a pensare che si poteva evitare, che servono controlli più serrati e severi nelle industrie, che della ricarica degli estintori non si devono occupare gli operai ma degli specialisti, che il passaggio dell’ acqua nelle manichette andrebbe controllato.
E se i giornalisti domandano il perché di questa carenza di manutenzione degli impianti, la risposta è sconcertante,:” La ditta stava per chiudere” e quindi non conviene spendere soldi per mantenere in buono stato gli impianti di uno stabilimento che chiuderà tra poco tempo.
Ma quanto vale la vita di un uomo? Quanto vale la vita di un operaio che lavora anche 15 ore al giorno per produrre? Quanto vale la vita di un dipendente che cerca di spegnere un incendio per salvare la ditta e il suo di posto di lavoro?
Tra due giorni non se parlerà più, passeranno nel dimenticatoio, ci sarà altra cronaca di cui occuparsi, il Natale si avvicina bisogna cominciare a occuparsi dei regali. Ma per un attimo pensiamo a un regalo di Natale per quelle famiglie distrutte dall’ incendio a Torino, ma anche per tutti i cui cari sono morti per adempiere al loro lavoro.
Forse il primo regalo sarebbe dare il giusto nome alle cose, STRAGE SUL LAVORO.
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